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venerdì 5 maggio 2017

A legittima difesa della lingua

La legittima difesa, oltre che per gli italiani, dovrebbe valere anche per l'italiano (inteso come idioma). Per cui, sebbene sia Alessandro Sala sia quel Francesco Sabatini che con grande costanza sta portando l'Accademia della Crusca verso inesplorati lidi di ridicolo, ritengano la proprietà di linguaggio sinonimo di "retorica" e di "azzeccagarbuglismo", mi sembra importante ricordare che "ovvero" - checché se ne dica - in buona lingua può significare sempre e soltanto "oppure", mai e poi mai "cioè". Non è questione di essere giuristi. Si tratta di semplice correttezza.
E poi il Presidente della Crusca che utilizza il termine "retorica" come sinonimo di "ampollosità", proprio lui che la retorica discreta, fine, di buon gusto, dovrebbe difenderla. Per non parlare del termine "azzeccagarbuglismo", la cui bruttezza lascia quasi senza parole. Se due indizi fanno una prova, Francesco Sabatini deve avere un conto aperto con don Lisander.
La finisco qui. Chi vuole, però, può riflettere su quali possano essere gli obiettivi profondi di chi dovrebbe difendere la propria lingua - cioè uno degli elementi costitutivi, fondanti, di un popolo e della sua autocoscienza - ed invece apre a ogni distorsione, barbarismo, sciatteria (il caso di congiuntivo è esemplare). Ed anche sulla circostanza, forse non così priva di significato, che a far da battistrada sia stata, recentemente, la Francia.

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