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lunedì 4 luglio 2016

Lo scolaretto e la maestra cattiva (Renzi provoca e la BCE affonda Mps)

Non ho neanche più voglia di scrivere.


D'altronde, che si trattava di una misura a scelta o inutile o dannosa è apparso chiaro da subito. Come è parso chiaro da subito che sarebbe rimasta riservata, se non fosse stata fatta filtrare nel quadro delle tensioni fra i governi italiano e tedesco.
Di seguito un sunto dell'articolo: "l'Italia è pronta a sfidare l'UE, iniettando unilateralmente alcuni miliardi di euro nel proprio travagliato sistema bancario ove lo stesso risulti oggetto di gravi difficoltà sistemiche... Matteo Renzi... è determinato ad intervenire con fondi pubblici, se necessario, nonostante gli avvertimenti da Bruxelles e Berlino sulla necessità di rispettare le regole per cui, in caso di salvataggi bancari, a pagare devono essere i creditori e non i contribuenti... La minaccia ha suscitato allarme tra i regolatori europei, che temono che un intervento così sfacciato possa distruggere la credibilità delle nuove regole sulle banche al loro primo vero test. Nella corsa per trovare soluzioni praticabili, Margrethe Vestager... ha esposto le opzioni per Roma per affrontare i suoi problemi bancari senza rompere i principi bail-in di un'unione bancaria europea. L'Italia è il Paese più vulnerabile... dopo l'esito shock del voto del Regno Unito... Le preoccupazioni sono connesse ai risultati degli stress test di fine mese e del referendum costituzionale... di ottobre, su cui Renzi ha scommesso tutto. Citi ha descritto il referendum come il maggior rischio nel panorama politico europeo quest'anno, dopo la Brexit. Dopo che molte delle sue idee... sono state respinte, Renzi sta valutando se agire da solo... Angela Merkel, cancelliere tedesco, la settimana scorsa ha respinto la richiesta di una sospensione..., in Italia, delle regole sui salvataggi bancari, al fine di ricapitalizzare le banche del Paese. Benoit Coeuré, un alto funzionario della Banca centrale europea, ha detto che qualsiasi sospensione delle regole di salvataggio significherebbe la fine dell'unione bancaria come la conosciamo... Renzi si è molto arrabbiato nei confronti di chi ha suggerito che stia ignorando le regole, dicendo che non avrà bisogno di lezioni da un maestro di scuola. Roma sta prendendo in considerazione misure come aumentare la dimensione di... Atlante, usato come back-stop negli aumenti di capitale di due banche in fallimento... Atlante lancerà a giorni ... un fondo focalizzato su crediti in sofferenza... Primo obiettivo, le sofferenze del Monte dei Paschi di Siena, il principale problema del sistema bancario italiano... L'Italia sta anche discutendo l'utilizzo dei fondi di Cassa Depositi e Prestiti e di fondi pensione statali... La Commissione è aperta... a ridurre la pressione sui risparmiatori, anche riducendo i casi di conversione in capitale del debito junior a patrimonio netto... Roma deve smettere di fingere che non vi siano altre soluzioni che quella di mettere da parte le regole, ha detto un funzionario europeo..." (enfasi mie).
Non abbiamo bisogno delle lezioni della maestra (la maestra, i compiti a casa... sul significato di questa regressione all'infanzia, rimando alle considerazioni del Pedante).
No, no.
Per niente.
Infatti.

Che poi la lettera, in sé, non dice nulla di particolarmente nuovo. In questo senso il comunicato di Banca Mps è corretto.


Il problema è che la situazione è oggettivamente drammatica (qui): il 31 luglio si presentano gli stress test, e i nodi verranno necessariamente al pettine.


Nel frattempo, tra gli analisti si iniziano a soppesare tre possibili scenari.
Il primo è quello della creazione di un Atlante 2, con quote importanti a CDP e fondi pensione, che sostenga un eventuale aumento di Montepaschi e, quanto meno, permetta a Renzi di comprare tempo ("not to loose sovereignity", testuale un analista).
Il secondo è una fusione con Intesa (di nuovo!), che non solo non rientra nei piani di ISP, ma che, soprattutto, a mio avviso rappresenterebbe la pietra tombale su tutto il sistema economico-finanziario italiano.
Il terzo è un programma di bail-out. Ai sensi dell'art. 107, Tfue (vedi), con annesso scontro con Merkel e Commissione Europea (ciao còre). Oppure mediante un prestito ponte di Fondo Monetario e Banca Centrale Europea, con annessa firma del famigerato memorandum.
Sì sì, è proprio la Troika.
Amen.

AGGIORNAMENTO DEL 5 LUGLIO

Dunque, siccome siamo fantasiosi, l'ultima trovata del nostro Ministero dell'Economia per ricapitalizzare MPS senza attivare un vero e proprio piano di bail-out è quello di permettere a Montepaschi l'emissione di 3 miliardini almeno in co.co. bond (già ribattezzati "obbligazioni Padoan", ultima versione dei Tremonti e dei Monti Bond), da far acquistare per una metà - se va bene - ad Atlante (1, o 2, il numero sceglietelo voi), per il resto dallo Stato.
(Faccio notare che i medesimi 3 miliardi il Tesoro se li è fatti restituire un anno fa da Mps. Quando si dice essere lungimiranti... o attenti ai compensi degli amministratori, a seconda).
A livello tecnico, probabilmente si attenderà il fallimento dello stress test di fine luglio per attivare l'art. 32 della Direttiva BRRD, che permette un sostegno pubblico straordinario volto a preservare la stabilità finanziaria attraverso, fra l'altro, la sottoscrizione di strumenti di capitale a prezzo di mercato (purché la banca sia solvibile, il nuovo capitale serva solo per rispettare quanto richiesto dagli stress test, non sia utilizzato per ridurre perdite pregresse).
A fronte di questa possibilità (vista di molto mal occhio dalla Commissione, che per ora ha gestito situazioni analoghe con la politica del caso per caso, ovviamente dando il via libera ad aiuti di Stato in Germania e tenendo una posizione molto rigida in Olanda), l'UE ha proposto all'Italia di dar corso al bail-in di Montepaschi, salvo indennizzare gli obbligazionisti retail, anche subordinati, così come accaduto in Portogallo con il Novo Banco (mentre in Italia si è scelto il pastrocchio indecoroso di Banca Etruria). L'Italia, però, ritiene questa un'opzione impraticabile, perché causerebbe un danno reputazionale enorme, soprattutto per i Titoli di Stato. 

Questa è la situazione ad oggi. Che ribadisce alcune lezioni che non vogliamo imparare.

Prima lezione (la potremmo chiamare Legge di Bagnai).
Definire la BCE un organo tecnico indipendente è un modo molto ipocrita per definire un organo politico senza responsabilità nei confronti del corpo elettorale, cioè un organo che - con immensi poteri - agisce al di fuori della democrazia.
Per dire:
Se non fosse un organo politico, non avrebbe inviato - tanto meno in questo momento - la lettera che ha inviato a Montepaschi (riduzione dei crediti deteriorati lordi al 20% degli attivi complessivi entro il 2018, rispetto all'attuale 35%.), oppure non l'avrebbe fatta circolare sui giornali.
Lo stesso (organo politico sostanzialmente "al riparto dal processo elettorale") vale per la Commissione, che infatti - proprio perché soggetto eminentemente politico e non tecnico - ama gestire le situazioni caso per caso, a seconda del proprio tornaconto.
Perché la BCE si è comportata così? Non si tratta di un quesito ozioso. Dalla risposta a questa domanda discende anche il probabile, futuro comportamento di tutte le autorità europee rispetto ai piani di salvataggio che saranno presentati dall'Italia.

La Legge di Bagnai ha poi un corollario. Lo potremmo chiamare il Corollario di Formica.
Questa pseudo-indipendenza della BCE, che poi è la stessa pseudo-indipendenza della Banca d'Italia dopo il 1981, mette lo Stato che deve finanziarsi alla mercé del così detto "mercato", cioè - in parole povere - di alcune grandi banche globali (per lo più statunitensi).
Lo schema portoghese del Novo Banco è stato fermamente respinto da Matteo nostro non perché sia particolarmente contento di perdere ulteriori voti, ma perché ha visto come il Portogallo, che ha osato fare il bail-in soltanto sugli investitori istituzionali, sia ormai disertato da questi ultimi, ed abbia significativi problemi di reperimento di risorse (il Tfue, d'altronde, evita qualsiasi forma di monetizzazione del deficit, come sappiamo).

Seconda lezione (la potremmo chiamare Legge di Borghi).
Il bail-in - al di là delle sue motivazioni teoriche - non funziona e non può funzionare, perché non tiene conto che l'asset principale, non di una banca, ma del sistema finanziario stesso, è la fiducia dei risparmiatori, e questo sistema la mina alla radice.
Forse avrebbe potuto funzionare se fosse stato introdotto l'EDIS, ma sappiamo come è andata a finire. E sappiamo chi si è opposto.
Utilizzare, al suo posto, come meccanismo di back-stop, l'ESM (si tratta della proposta di Padoan) secondo me crea molti più problemi di quelli che risolve, e apre un portone a chi vorrebbe fare entrare a tutti i costi in Italia la tanto simpatica Troika.

Terza lezione (corollario specifico delle prime due).
Il salvataggio, o meno, di Montepaschi non ha nulla a che vedere con l'economia, la finanza e le regole giuridiche. Si tratta di pura politica.
E questa considerazione vale per ogni situazione che coinvolga l'Unione Europea, a partire dalle annuali valutazioni delle leggi di stabilità, gli sforamenti dei deficit, e così via.
Il che comporta non soltanto un senso di frustrazione e ingiustizia nei popoli che, quando possono, fanno sentire il loro lieve dissenso in qualsiasi cabina elettorale (e meno male!), ma anche l'impossibilità, sia per i piccoli risparmiatori, sia per gli operatori professionali, di tenere strategie di investimento razionali e coerenti.

Finirà male, temo.

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