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martedì 5 aprile 2016

La morale ai tempi dei panama papers (e dello scandalo Guidi)

Sì, mi rendo conto che la questione è già stata affrontata (basti leggere i blog del prof. Bagnai e del Pedante), ma visto quello che è successo in questi giorni, mi sembra opportuno ritornarci sopra.

Primo fatto, in breve: i più importanti uomini della terra (politici, affaristi, calciatori), nonché i più corrotti (infatti non ci sono statunitensi), affidano il frutto delle loro ruberie a uno studio legale, il Mossack Fonseca (specializzato in giurisdizioni off-shore: Isole Vergini Britanniche, Panama, Isole Cayman, Bermuda), il quale li gestisce in modo talmente professionale che un solo spione riesce a spedire a un giornale tedesco 11,5 milioni di file, cioè 2,6 tera-byte di informazioni. Il giornale tedesco (Süddeutsche Zeitung) lo condivide con il Consorzio Internazionale dei Giornalisti investigativi (Icij), con il Guardian e con la BBC. Lo scandalo è epocale: ci sono dentro personaggi di tutti i tipi, ma i più citati sono il primo ministro islandese e Putin, cui "sarebbero riconducibili" due miliardi di Euro (che, però, non sono a suo nome).
Secondo fatto: da un'intercettazione sembra venire fuori che un emendamento alla legge di stabilità per il 2015 (quindi di fine 2014), voluto dal Ministro dello Sviluppo Economico Federica Guidi per sottrarre agli Enti locali pugliesi - a favore del governo - la competenza in ordine ai permessi per la costruzione di opere accessorie (banchina nel porto di Taranto, oleodotto tra Basilicata e Puglia) all'impianto petrolifero di Tempa Rossa, in provincia di Potenza, avrebbe favorito il di lei compagno, subappaltatore di alcune di queste opere. Si scatenano le polemiche: da un lato, sull'interesse privato del Ministro, che si dimette; dall'altro, sulla giustizia "a orologeria" dei magistrati, che fanno uscire le intercettazioni poco prima del referendum sulle trivelle dell'Adriatico. Il principale beneficiario dell'emendamento, la francese Total (che gestisce Tempa Rossa), resta sullo sfondo.


Uno. Il frame dell'onestà - creato in Italia da Mani Pulite, rinverdito dal duo Stella e Rizzo, coltivato a colpi di corruzione percepita, infine sublimato a punto unico di governa del Movimento 5 stelle (cioè questo) - si diffonde a livello globale, facendo perdere di vista i punti fondamentali per giudicare un'azione di governo.
A Putin che libera Palmira...
...si risponde - in mancanza di morti per polonio - con una "autostrada di soldi" che porterebbe fino al Cremlino.
Al premier islandese, che ha fatto rinascere una nazione e si è tenuto miracolosamente fuori dall'Euro...
...si contrappone un conto in qualche paradiso esotico. E la gente, a Reykjavík, scende in piazza (con grande gioia di Snowden, che io ancora non capisco da che parte stia).
Mi sembra quasi un insulto all'intelligenza ricordare che lungi da me la giustificazione della corruzione, o di qualsiasi altro reato, in particolare di quelli contro la pubblica amministrazione.
Ma la morale è sempre quella: è più grave vendere il proprio Paese agli interessi stranieri, o rubare (ammesso che vi sia del vero) una parte minimale delle risorse pubbliche? Eppure, chi ha quasi regalato alcuni dei nostri gioielli industriali è oggi uno stimatissimo banchiere, chi ha permesso alle banche tedesche e francesi di rientrare dei propri crediti in Grecia è un influente senatore (con schiere di fenomeni pronti a immolarsi in suo nome di fronte al ridicolo), addirittura, coloro  che hanno posto le basi per lo scempio odierno (uno... due... e tre: la perdita di sovranità monetaria è servita) sono visti come Padri della patria.
Loro non hanno rubato denaro. Però ci hanno rubato il futuro, e non mi sembra meno grave solo perché non si tratta di fattispecie prevista dal codice penale.
Basare il giudizio su una classe politica a partire soltanto dalla fedina penale è doppiamente pericoloso: fa mettere in secondo piano i risultati effettivi dell'azione di governo, permette alle élites, in ogni caso, di auto-assolversi. Prima dal punto di vista penalistico, poi da quello linguistico, infine da quello etico e politico. La Prima Repubblica è crollata a causa di un sistema di finanziamento illecito ai partiti; ma comportamenti non molto differenti - resi legali e rivestiti del nome di lobbying - sono additati a vanto delle democrazie anglosassoni e, addirittura!, dell'Unione Europea. Scriveva De André: "una volta un giudice come me giudicò chi gli aveva dettato la legge: prima cambiarono il giudice e subito dopo la legge".
Lo ribadisco: dall'assoluzione in campo penale all'assoluzione in campo morale e politico, è un attimo, soprattutto con media compiacenti. Con buona pace dei cittadini.


Due. Anche Renzi, rispetto alla questione Guidi, l'ha buttata in caciara. "Ditemi se è reato sbloccare le opere pubbliche!", ha tuonato, con fare invero un po' mussoliniano. I giornali, al solito, gli sono andati dietro con lucci.
Tralascio la stranezza di una che ha il "fidanzato" a 45 anni (e non a 15). Il fatto è che qui sono ben altre le cose da chiarire, altro che il piacere al compagno.
Il sito di Tempa Rossa è o non è importante per la politica industriale italiana? Quali sono le le relative ricadute occupazionali? Vi sono rischi effettivi per l'ambiente? Ma soprattutto, so-prat-tut-to:
Di questo si dice poco o nulla e invece è proprio il punto fondamentale. E il fatto che i giornaloni quasi per nulla si interessino alla questione la dice lunga sul grado di autonomia del nostro Paese. D'altronde:
Certo, qualcuno ha azzardato qualche considerazione:
Il problema, però, è che Travaglio dovrebbe in primo luogo fare pace con la logica, visto che continua a sbraitare ai quattro venti di sprechi, mazzette e bustarelle nella p.a. o nella sanità (motivo unico del debito pubblico, come ben noto). Certo c'è anche chi fa peggio: questa, per esempio, è una fantastica slide del TEH-A Ambrosetti...


Il discorso potrebbe d'altronde allargarsi alla opportunità di certe privatizzazioni in settori strategici (poste, telecomunicazioni, elettricità), sempre a vantaggio di colossi stranieri. Per non parlare poi dei rischi che sta correndo il settore bancario. Alcuni piccoli indizi dovrebbero però fare, quanto meno, riflettere:


Tre. I panama papers sono ovunque, ma nessun giornale, e pochissimi giornalisti (tra questi, ovviamente, l'attentissimo Marcello Foa, qui), si sono posti la domanda che sempre ci si dovrebbe porre in questi casi. Cui prodest? Tutti invece a strillare come matti: soldi "riconducibili" a Putin!, soldi "riconducibili" a Marine Le Pen! ("riconducibili" significa che i nomi dei bersagli nella lista non ci sono, ma che insomma ci sono quelli di amici e conoscenti... tanto la teoria dei sei gradi di separazione la conosciamo tutti).
Eppure, motivi per dubitare, ce ne sono. Ad esempio: chi sono i finanziatori dell'Icij? Non è difficile scovarli. Sono questi:
Dal che, si capisce anche come mai non vi siano statunitensi citati, ma soltanto politici considerati non allineati e, per dare un po' di fumo negli occhi, quatto o cinque inglesi prossimi al Mondo dei più.
Che non sia un caso, ma il tutto sia stato gestito (probabilmente al di là se non contro le primigenie intenzioni della Gola profonda) con specifiche finalità geopolitiche, chi vuole capire lo capisce:
Senza stare a dilungarmi oltre, riporto l'opinione di Craig Murray (attivista per i diritti umani inglese).


Mi sembra la prova provata, se ce ne fosse stato ancora bisogno, dello stato dell'informazione sia nel nostro Paese, sia nel mondo occidentale in genere.


Quattro. I panama papers, per poco poco che dimostrano, fanno capire a cosa porterebbe la famosa patrimoniale progressiva di Piketty. Ah già, ma lui (forse) ha piuttosto altri obiettivi...

11 commenti:

  1. fantastico articolo, chiarissimo

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  2. Eccellente lavoro. Grazie. Condivido.

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  3. Luca.. Debbo dire che sei una sorpresa.. Sopratutto per la capacità di esprimere fatti ( non opinioni ) come dovrebbe fare un giornalista.. E d'obbligo inserirti tra i preferiti.. Ciao b proseguimento.. Sebastian..

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  4. Luca.. Debbo dire che sei una sorpresa.. Sopratutto per la capacità di esprimere fatti ( non opinioni ) come dovrebbe fare un giornalista.. E d'obbligo inserirti tra i preferiti.. Ciao b proseguimento.. Sebastian..

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  5. Grazie a tutti! Troppo buoni, davvero!

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  6. Bellissimo articolo. Molto ben esposto il concetto che i danni causati da chi, magari rispettando formalmente le leggi, svende settori fondamentali di beni e sovranità pubbliche, sono nettamente superiori della corruzione spicciola o del finanziamento illecito dei partiti.
    La questione morale purtroppo è diventata grazie a "mani pulite" l'argomento principale del dibattito politico da allora ai giorni nostri, però, questo è l'unico appunto che mi sento di fare, era già stata abbondantemente usata da Berlinguer negli anni 80 e prima ancora da Scalfari e Turani (Razza padrona, Feltrinelli 1974). Il fatto che le carriere politiche dei padri della patria da te indicati come genitore 2 (Ciampi) e 3 (Prodi) abbiano fatto un ulteriore salto di qualità proprio in seguito a quanto avvenne con "tangentopoli", conferma la necessità di approfondire l'analisi dei meccanismi e dei protagonisti di quella specie di "primavera araba" italiana combattuta a colpi di scoop giornalistici pilotati e parziali quanto questo "Panama papers". Grazie per la capacità di aver dimostrato il pericolo e l'inconsistenza della "questione morale", in particolare quando la si vuol far passare come unico argomento e fine della politica.

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    1. Berlinguer, tra l'altro, aveva già parlato anche di "austerità". Tuttavia, a distanza di 40 anni, con una situazione economico-sociale così diversa, ho qualche pudore a fare dei confronti immediati (non essendo io, tra l'altro, storico di professione). Certo, le analogie lessicali sono molte.

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  7. Molto bello. Ma non mancano solo gli onesti statunitensi, non ci sono nemmeno gli inuit 8anche se con questo non vorrei essere tacciato di antiinuitismo)

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  8. Ma come? Russia e Islanda con tutta questa corruzione ed evasione fiscale come fanno a non essere in recessione come L'Italia?

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